Alla Pet’s Amore seguiamo un approccio cognitivo-zooantropologico.
Complicato? Il nome lo è senz’altro! Adesso cerco di darvene un’idea…
Più che un approccio, a me piace definirlo una filosofia di vita, in cui si rispetta l’altro come individuo e in cui si dà grande importanza alla relazione.
L’individuo che abbiamo davanti, che sia cane, gatto o persona, possiede una mente. Non possiamo continuare a fare finta che gli animali non abbiano pensieri o emozioni, e che quindi i loro comportamenti siano solo degli automatismi: non è così. Ogni cosa che vediamo fare ai nostri animali è il frutto di una valutazione, di una riflessione e quindi di una scelta, esattamente come quando noi decidiamo quali vestiti metterci al mattino o che strada fare per andare al mare.
Riconoscere l’aspetto cognitivo degli animali con cui viviamo è il primo passo per interagire con loro nel modo adeguato e per rispettarli come meritano.
Non meno importante è l’aspetto relazionale, cui fa riferimento la parola “zooantropologico”. La relazione che creiamo è ciò che ci unisce l’un l’altro, ciò ci rende importante per il nostro compagno di vita (e che rende lui importante per noi). Ovviamente alla base della relazione deve esserci un legame affettivo, ma questo deve essere sostenuto anche dalla fiducia e dal rispetto reciproci.
Queste linee generali di pensiero hanno dei risvolti pratici nella vita di tutti i giorni, ma anche rispetto ai metodi di insegnamento che usiamo con i nostri animali; per sintetizzare alcuni degli aspetti principali:
- I cani sono individui, ognuno diverso dall’altro. Nell’insegnamento non possiamo ignorare questo aspetto: non esistono regole valide per tutti, non esistono esercizi o percorsi “standard” adatti per tutti i cani, non esistono modi giusti e modi sbagliati per tutti i cani. Ogni cane, con la propria famiglia, lavorerà con noi attraverso un percorso personalizzato, in cui si terrà conto delle esigenze di ognuno.
- L’apprendimento è un processo in cui il cane deve partecipare attivamente (e non subire), per cui è importante tenere conto delle sue emozioni e delle sue motivazioni. In questo modo l’apprendimento diventa l’obiettivo dell’animale, e non solo il nostro; le attività fatte insieme al cane sono all’insegna della collaborazione, e non sono affrontate con l’idea di “usare” l’animale.
- Non usiamo metodi conativi (in cui si fa fare all’animale qualcosa che non vuole fare) o coercitivi (in cui si porta l’animale a fare qualcosa usando la forza o minacciando di usarla), perché non rispettano l’animale come “essere cognitivo” e vanno a ledere la fiducia che ripone in noi. Inoltre perché dovrei usare questi metodi quando posso insegnare le stesse cose a un qualsiasi animale in modo più “gentile”?
- Non c’è apprendimento senza relazione, perché nessuno imparerebbe da qualcuno che ritiene stupido e inaffidabile… Quindi il primo passo per poter insegnare al nostro cane, è dimostrargli che siamo persone in gamba, che lo capiscono, gli propongono cose interessanti e su cui si può sempre contare.
- Il percorso di apprendimento di un cane deve rispettare le sue tappe evolutive. Ciascuna età del cane costituisce un periodo sensibile in cui il soggetto deve fare certe esperienze e imparare determinate regole.
Per questo distinguiamo:
- Percorso di educazione: in cui si forma il carattere del soggetto, che non ha ancora raggiunto la maturità (in media intorno ai 2 anni di età, con variazioni in relazione alla razza). All’interno di questo periodo esistono poi molti step formativi differenti.
- Percorso di istruzione: in cui il cane, ormai maturo dal punto di vista caratteriale, può dedicarsi all’apprendimento di conoscenze o competenze specifiche per compiere un determinato lavoro o sport.
- Percorso di riabilitazione: non riguarda un’età del cane, ma va a correggere dei comportamenti problematici che il cane ha già sviluppato nel corso della sua vita.